Paolo di Tarso e il giudaismo

Rappresentazione artistica di San Paolo che scrive le epistole, XVI secolo (Collezione Blaffer Foundation, Houston, Texas). Molti studiosi neotestamentari pensano che Paolo abbia dettato le proprie lettere ad un segretario, come Terzo di Iconio citato in Romani 16.22[1]

Le relazioni tra Paolo Apostolo e il giudaismo del Secondo Tempio continuano ad essere oggetto di molta ricerca accademica, dato che si pensa che Paolo abbia giocato un ruolo importante nel rapporto tra Cristianesimo ed Ebraismo in generale. L'influenza di Paolo sulla teologia cristiana viene considerata come la più determinante tra tutti gli autori neotestamentari.[2]

Alcuni studiosi reputano che Paolo (o Saulo) sia totalmente in linea con il giudaismo del I secolo (un "fariseo" e discepolo di Gamaliele, o parte del giudaismo ellenistico),[3] altri lo vedono in opposizione al giudaismo di quel secolo (cfr. "Brani di Paolo a favore dell'antinomismo" e Marcionismo), mentre la maggioranza lo giudica come in una via di mezzo tra questi due estremi, contrario alle "Leggi rituali" (cfr. sotto, la "Controversia sulla circoncisione"), ma in pieno accordo con la "Legge divina". Tali opinioni su Paolo sono in parallelo con la visione cristiana dell'Antico Testamento.

Lo stesso argomento in dettaglio: Origini del Cristianesimo.
  1. ^ Romani 16.22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Oxford Dictionary of the Christian Church curato da F.L. Lucas (Oxford), s.v. "Paul" (EN) .
  3. ^ The International Standard Bible Encyclopaedia (1915), Vol. 4, p. 2276 cur. da James Orr.

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